Incendi, fermarli si può

​Già banchettano gli avvoltoi del paesaggio. Nel 2011 sono andati in fumo 60mila ettari di bosco. Nel 2012 il bilancio si preannuncia peggiore.
Nel libro mastro del rimboschimento ci sono i fondi per la messa in sicurezza dei terreni a rischio, quelli per l’assunzione degli stagionali, e poi le speranze degli avidi palazzinari che trafficano per speculare sull’edificabilità dei terreni una volta agricoli.
Le infiltrazioni non sono una novità. Già nel 2001 gli 007 del Sisde avevano parlato di presenza delle mafie nella ricostruzione e nella speculazione edilizia delle aree colpite dalle fiamme. Una conferma indiretta arriva dall’incidenza degli incendi nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. In Campania, Calabria, Puglia e Sicilia si registrano in media il 54% dei focolai appiccati in tutta Italia
Ma c’è un parco in Italia, nel quale le fiamme non arrivano. Ed è strano, perché tutto intorno le distese boscose prendono regolarmente fuoco ogni estate.
Il miracolo dell’Aspromonte è tutto in un dato: -90% di roghi rispetto alla fine degli anni ’90. Non è merito
di un qualche scherzo semplicemente l’Ente Parco dell’Aspromonte ha cambiato le carte in tavola. I lavoratori stagionali non vengono più pagati a seconda di quanti ettari riescano a riportare a verde dopo i roghi. Al contrario, meno incendi ci sono più alto è lo stipendio. Alle "imprese e associazioni di prevenzione" costituite presso il consorzio viene liquidato il 50% dei fondi a inizio stagione, il resto alla fine. Più incendi meno soldi. Meno incendi, più soldi. Da allora la percentuale di area boschiva incendiata va da un minimo dello 0,67 a un massimo dell’1,4% del totale, il dato più basso di tutto il Sud Italia. Se incendi ci sono stati, p.e un grosso incendio scoppiato nel comune di Roccaforte, è perchè i piromani hanno voluto che fosse chiara la natura delle fiamme. La Guardia Forestale ha trovato numerosi inneschi tutti su un unico fronte.

Solo ieri in tutta la Calabria si contavano un centinaio di roghi attivi, ma nessuno nella zona dell’Aspromonte. La zona maggiormente colpita dalle fiamme è la provincia di Cosenza, dove sono stati necessari numerosi interventi dei mezzi aerei, con i costi milionari che si possono immaginare. E non è solo un problema di costi vivi di spegnimento. Vuole il Governo intervenire?

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