“La spending review,
introdotta da Monti -spiega Palmiro Manco- che punta all’armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio, impone di svalutare del 25% i residui attivi accumulati sino ad oggi; si tratta di entrate contabilizzate ma non ancora incassate, come possono essere i proventi sulle multe o le tasse sui rifiuti o le bollette del sistema idrico integrato. Cifre importanti, che servono a ‘fare’ il bilancio di enti che spesso, per prassi, gonfiano queste voci pur sapendo di non riuscire a poter incassare il 100% degli importi”.
Cio' comporta, insieme all'ipotesi paventata da Bassanini di considerare finanziamento e non residui passivi i debiti verso i fornitori che superano i 90 giorni di giacenza, lo scioglimento del Consiglio e l’entrata in campo della Corte dei Conti per molti comuni, spece nel Sud Italia e in particolare nell'area del Tirreno Cosentino, una area gravida di seconde case, questa eventualita' cosa non rara.