Sanità, Cetraro o Maratea

Mentre il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, celebra il suo modello di gestione "rivoluzionario" e mentre la Regione Calabria ha sottratto ad un comprensorio di oltre 50mila abitanti una struttura funzionale alla sua vocazione turistica, facendo venir meno il punto di riferimento sanitario costituito dall’ospedale di Praia a Mare, l’Alto Tirreno cosentino, superando le barriere burocratiche costituite da vacui confini regionali, guarda sempre più con interesse alle strutture ospedaliere della confinnte Basilicata.
A strutture di riferimento come Cetraro e Paola, inadeguate ed irraggiungibili attraverso 44 km di inadeguati e congestionati collegamenti viari, si contrappone la previsione di nuovo ospedale per acuti per oltre 200 posti letto a Lagonegro (43 km) e la disponibilità di due strutture, ancor più vicine geograficamente al Tirreno cosentino quali gli ex ospedali di Maratea (21 km) e Lauria (33 km), oggi strutture distrettuali, con punto territoriale di soccorso per assicurare l’emergenza urgenza e l’attività ambulatoriale potenziata. A Lauria rimangono i servizi, lungo degenza e riabilitazione e si prospetta un polo pediatrico. Risultato, nella vicina e confinante Basilicata si lavora a potenziare l’assistenza sul territorio in particolar modo per i pazienti cronici, come nel caso dell’oncologia mentre sull’Alto Tirreno cosentino ci si affida alla speranza… oppure alla migrazione sanitaria dei residenti e dei .... turisti.

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