Le opportunità di fruire del tanto agognato bagno a mare sarebbero, in un paese civile, due: spiagge libere o lidi attrezzati ma a pagamento.Questi ultimi ( e ce ne sono tanti gestiti con passione da cittadini che pagano tasse su una stagione concentrata in un mese massimo due di utenza effettiva!) ma non tutti, specie con la crisi che stiamo vivendo,vogliono o possono permettersi di frequentarli. Esiste una alternativa idonea e igenicamente corretta ai tanti che si serviranno delle spiagge pubbliche?
Famiglie che, pur possedendo una casa al mare, non possono frequentarla, togliendo di fatto lavoro e ricchezza ai commercianti piuttosto che agli artigiani locali, per l'impossibilità di sostenere la spesa per rinfrescarsi a mare o stranieri provenienti da paesi ricchi che non concepiscono il mare costretto da barricate e servizi (sic!) per loro non necessari.
Si sente parlare di rilancio del turismo e allora perchè non si punta sul territorio per riuscire ad inserirsi in questo mercato ponendo le nostre spiagge e il nostro mare come alternativa ai viaggi all'estero?
Si può allora pensare a conservare e ampliare lo spazio per le (?!) spiagge comunali libere gestite come ogni altra proprietà quindi con sorveglianza presente,bagnini, bagni igienici, un servizio di pulizia efficiente, una spiaggia attrezzata ad accogliere le persone disabili che hanno tutti i diritti di vivere ma che la burocrazia dimentica e anche un bagno a mare diventa un sogno dei bei tempi passati ( per chi ne ha avuti! ) e non lasciare, quelle poche che ci sono, abbandonate e trovate dai turisti con falò mezzi accesi la mattina, bottiglie di vetro rotte, escrementi di ogni genere e spazzatura che trasborda dei piccolissimi cestini improvvisati e insufficenti.
Servirebbe un' idea geniale, serve l'unione dei rappresentanti di tutte le categorie che concorrono allo sviluppo del territorio, serve quel coraggio e quella capacità prospettica, che non c'è, che si chiama politica del territorio.