Illegalità & convivenza

A Scalea sono ben 30 i beni confiscati alla mafia. Questo dice Maria Maddalena, del coordinamento di Libera, che, in un apposito incontro di qualche giorno fa, sottolinea come nel tirreno cosentino esiste una sorta di colonizzazione della mafia che si innesta sullo scarso senso di legalità della popolazione.
La ricetta per superare i danni provocati da questo handicap, dice la Maddalena, sta nel promuovere la cultura del rispetto e della pacifica convivenza, bilanciando la tutela del diritto con la consapevolezza e il rispetto del dovere. Le criticità del territorio, stanno nella mancanza di tutela dei diritti, nella confusione tra ciò che è diritto e ciò che è favore, nell'emancipazione dal clientelismo ma anche nell'autoreferenzialità di amministrazioni e di associazioni, nelle problematiche ambientaliste e di turismo sostenibile, nel contesto sociale e civile diseducativo senza dimenticare la “zona grigia” dominata dalla mafia che ha potere di vita e di morte civile. Le Reti, come Libera, rappresentano strumento per assunzione di responsabilità e forza propositiva, di controllo e tutela. La contromisura a questi comportamenti sta, per esempio, nel monitoraggio dell’albo pretorio on line dei comuni di appartenenza per essere informati sulle scelte politiche ed amministrative del proprio territorio; nella gestione/scelte di tipo ambientale con riferimento al blocco di ulteriori (ed inutili) cementificazioni che degradano l’assetto storico e geografico di luoghi con preminente vocazione turistica ma anche nell'impegno ad intraprendere azioni educative verso i giovani attraverso la creazione di centri di aggregazione giovanile.

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