Trenitalia, oltre i disservizi i tagli

Le segreterie regionali della Filt-CGIL di Puglia, Calabria e Sicilia esprimono forte preoccupazione per le scelte delle Ferrovie dello Stato in riferimento alla decisione, di fatto già assunta, di sopprimere gran parte dei treni a lunga percorrenza dal Sud verso il centro-Nord e viceversa che isola il Mezzogiorno marginalizzandolo ulteriormente dal resto del Paese. Infatti, nuovi e pesantissimi tagli ai treni di lunga percorrenza dal 12 dicembre prossimo venturo [.......] si abbatteranno sulle regioni meridionali evidenziando  una responsabilità pesante  della Società Ferrovie dello Stato
“E' una decisone gravissima, l’ultimo atto di una politica leghista ed antimeridionalista che in questi anni ha caratterizzato le scelte di un governo nazionale nemico del Sud e alleato dei poteri forti del nord”. Lo afferma in una nota il presidente della Provincia di Cosenza, on. Mario Oliverio che condanna  la decisione di Trenitalia di tagliare dal 12 dicembre prossimo ben 21 treni a lunga percorrenza che collegano la Calabria al resto dell’Italia.”

“E’ una decisione insopportabile -prosegue la nota- perché mira ad isolare completamente la nostra regione.
Oggi più di ieri siamo convinti che per affermare una nuova crescita del Paese, il Mezzogiorno deve essere aiutato attraverso adeguate, intelligenti e moderne politiche nazionali tese a realizzare obiettivi di crescita e di recupero dei ritardi nei vari campi dell’economia, della società e dei servizi.”.
”Il Governatore Scopelliti -continua Oliveiro- assuma immediatamente le iniziative necessarie a contrastare scelte così gravi ed inaccettabili. Se necessario, si faccia promotore di un incontro regionale aperto a cui invitare tutti i rappresentanti istituzionali, gli attori politici e sociali (sindacati, università, imprese, associazioni e mondo del volontariato) di questa regione per respingere con forza questa nuova, pesante discriminazione. Non si può più continuare a perseguire una linea di “non disturbo del manovratore”, anche perché il manovratore (Berlusconi e il suo governo) sono ormai giunti al capolinea e la Calabria sta pagando un prezzo troppo alto e salato per queste politiche contro di essa e contro il Mezzogiorno”


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