Porti turistici, un MasterPlan che non c'è

Si è svolto a Lamezia, su iniziativa dell'Assessorato regionale all'Urbanistica e Governo del Territorio, la conferenza regionale per presentare il “Masterplan per lo sviluppo della portualità calabrese”.
Il “Masterplan” si prefigge l’obiettivo di individuare le più idonee configurazioni infrastrutturali ed organizzative dei porti, dei sistemi di trasporto, delle aree di waterfronts e dei territori limitrofi, allo scopo di migliorare la qualità della vita, la mobilità delle persone e dei flussi economici delle aree costiere, con particolare riferimento alla nautica da diporto ed ai correlati flussi turistici di un settore in fase di crescente sviluppo. "L'obiettivo è quello di raggiungere i 10.000 posti barca distribuiti lungo i circa 740 km di costa della Regione, parte lungo il versante tirrenico e parte lungo quello jonico. L'ennesimo annuncio al quale non fa riscontro alcun documento disponibile.
La Calabria Ionica non ha che 3 porti turistici con meno di 900 posti barca. La costa tirrenica della Calabria vanta già 2.265 posti per barche anche importanti, e 7 porti turistici [www.yachtpass.it/].
La maggior parte di questi porti hanno capacità di raddoppio, portando i posti barca a 5-6.000, e prospettive di dotarsi di marine per l'assistenza ed il confort turistico in aree già pronte. A questi si devono aggiungere il porto di Scalea, che ha recentemente ottenuto il V.I.A., già in appalto, il Porto di Diamante, in costruzione, con i suoi 310 posti barca e Amantea per ulteriori 6-700 posti barca.
Nuovi porti (circa 20) per ulteriori 10.000 posti barca rappresentano un investimento forse eccessivo visto che, almeno per la costa tirrenica siamo già a 9 porti disponibili su una costa di circa 200 miglia nautiche. Un porto,in media, ogni 20 miglia nautiche pari ad una navigazione per diporto di meno di una ora per le barche a motore più veloci e 2,5 ore per una barca lenta.
Bisogna poi considerare che le rotte marine per i diportisti sono, al momento, le Isole Eolie o lo Sretto di Messina. rotte che, per chi proviene da Nord, attraversano il Mar Tirreno a più di 50-70 miglia dalla costa calabrese specie dalla costa cosentina.
Rimangono le barche stanziali dei residenti (poche!) e quelle del turismo stanziale, con un utilizzo marginale (20 gg - 1 mese al più), senza contare il rischio altissimo dell'insabbiamento (vedi Amantea). Troppo poco e troppo rischioso per chi avesse voglia di investire i propri capitali in una impresa del genere, visto anche la posizione dei centri abitati che sono per la maggior parte a monte delle marine destinate a ospitare i nuovi porti, in molti casi poco attrezzate, Caratteristica che caratterizza, per ragioni storiche, le coste calabre.

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