Reflui, la procura sollecita i comuni costieri

 Liquami e fanghi non depurati riversati dal depuratore di località Falconara di Tortora direttamente in mare nello scorso luglio sotto gli occhi  degli uomini della Capitaneria di porto di Maratea.  L’altro a Fuscaldo ad inizio agosto accertato dalla Capitaneria di porto di Cetraro.
Gli uomini della Capitaneria  indagavano sulla depurazione dei comuni del Tirreno cosentino su richiesta della Procura della Repubblica di Paola.  «Significativa», per esempio, la vicenda di Cetraro, dove la Guardia Costiera ha accertato che «da aprile a dicembre 2010 non era stato registrato alcun smaltimento di fanghi».  Come noto la Procura della Repubblica di Paola ha proceduto all'arresto degli amministratori della società Smeco con l’accusa di frode e disastro ambientale. La societa'  gestiva buona parte dei depuratori del territorio e  si ipotizza «la concreta possibilità che solo attraverso connivenze estese di soggetti collocati nei livelli locali e regionali di governo - in ambito politico o più probabilmente tecnico amministrativo - gli indagati abbiano potuto impunemente devastare la costa tirrenica, essendo supportati, o “non disturbati” nella scelta di porre a rischio un intero ecosistema e la salute di decine di migliaia di cittadini».
La Procura si augura che i comuni costieri prendano una posizione decisa e si costituiscano parte civile. 
E si augura, anche, che questi stessi comuni utilizzino i mesi intercorrenti la prossima estate per risolvere il problema degli allacci non regolare alla rete di depurazione.

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