Riviera dei Cedri, tra "riminizzazione" e turismo di "elite"

L’area detta “Riviera dei Cedri” che ha favorito nel tempo lo sviluppo di un turismo di massa, agevolando insediamenti ad alta densità di presenze sulla fascia costiera, aiutata in questo anche dalla conformazione geografica del territorio, si muove come se fosse orientata ad adottare per il futuro politiche di “Riminizzazione” del territorio. Tale tendenza sembra avvalorata anche dalla lontana scelta di investire ingenti risorse nella costruzione di una aviosuperficie, da trasformare nel tempo in un aeroporto capace di un milione di presenze/anno. Un volume di traffico che, tra le altre cose, produrrebbe alcuni problemi di vivibilità ad un ampio tratto di area circostante la pista, ivi compresa la spiaggia contigua. Ma che avrebbe potuto, più modestamente, rendere un buon servizio alle località turistiche confinanti quali Maratea e Diamante. Zone che hanno una propria antica capacità e qualificazione turistica, che posseggono consolidate capacità cantieristiche per la nautica da diporto e che possono contare su una rete di località dell’interno che vi fanno capo e ne accrescono l’appeal turistico.
Ma ora l’ex sindaco di Scalea si pente della scelta e ragiona sul fatto che sarebbe stato meglio investire  in un porto piuttosto che in una inutile lingua d’asfalto - «L'aviosuperficie così com'è non serve a niente e a nessuno» e, continua «Sarebbe stato meglio investire la cifra per il porto turistico» e ancora «se nel '97 fossi stato il sindaco di Scalea, probabilmente quei soldi li avrei utilizzati per fare un porto turistico a Scalea, a Praia a Mare o a Tortora, perché sicuramente il porto avrebbe garantito più sviluppo del territorio».




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