Diamante, la sistemazione del porto può procedere

Il Tribunale amministrativo regionale calabrese ha rigettato la richiesta di sospensione della documentazione che dà corso ai lavori relativi al porto turistico di Diamante.
Il ricorso proposto da alcune associazioni ambientaliste fa riferimento a reperti archeologici che si troverebbero nei fondali, vicino all'area portuale. Il Tribunale amministrativo ha tenuto in considerazione che «Il ricorrente ha chiesto la revoca della precedente ordinanza del 2009 in ragione di talune sopravvenienze che dimostrerebbero l’esistenza di reperti archeologici nell’area in cui si sta realizzando il porto; che tali sopravvenienze risulterebbero dal contenuto di taluni atti adottati dalla Soprintedenza (del 2010); che, invero, con tali determinazioni la Soprintendenza pone talune prescrizioni proprio a tutela dei beni culturali di cui il ricorrente lamenta il possibile pregiudizio; che, pertanto, a prescindere da ogni altra valutazione non sussiste il requisito del pregiudizio grave ed irreparabile» cioè a dire il porto si può fare, basterà seguire le prescrizioni della Soprintendenza.

Il sofferto cammino dei porti della riviera dell'alto tirreno cosentino procede: Cetraro, Scalea (vedi articolo allegato), Diamante e il progettato porto di Tortora, al posto dell'area lasciata libera dalla Marlane, insieme con il porto di Maratea porterà l'area a divenire un luogo iper... attrezzato rispetto al traffico potenziale stimabile, visto che l'area non è sul percorso ottimale dei diportisti che si recano nelle isole siciliane.
A meno che non si trasformi il tirreno cosentino in una attrazione turistica capace di interessare gente che, per la maggior parte, cerca zone ambientalmente attrattive.(fn)

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