Depurazione e mare pulito, problema insoluto

Una situazione gravissima quella in cui versa lo stato della depurazione in Calabria con depuratori vecchi e malandati, senza manutenzione o in stato di completo abbandono, allacci alla rete fognaria abusivi e scarichi che vanno direttamente nei fiumi fino al mare. Dei circa 700 impianti tra grandi medi e piccoli, sparsi in tutta la Calabria, la maggior parte non funziona o funziona male, con il risultato che oltre il 62% dei cittadini non è servito da un sistema efficiente di smaltimento dei reflui.
Nonostante le ripetute segnalazioni, i sequestri, i dieci anni di gestione straordinaria e centinaia di milioni di euro stanziati per mettere a norma impianti guasti o ripristinare quelli in stato di totale abbandono, la situazione è drammatica come è emerso dall’ultima edizione di Goletta Verde e la Calabria risulta sul podio delle regioni con il mare più inquinato insieme a Campania e Sicilia.
Bilancio pesante, insomma, avvalorato anche dalle analisi campione di Goletta Verde che mettono in luce l’allarme alle foci dei fiumi e dei corsi d’acqua minori. Il piano d’interventi suggerito da Legaambiente prevede di: Adeguare il servizio di depurazione secondo quanto previsto dalla normativa comunitaria, prevedendo impianti che abbiano almeno il trattamento secondario, anche se l’unico sistema che garantisce una depurazione completa è quello terziario, Separare le acque bianche dalle nere.
Oggi la gran parte dei comuni non lo fa e per questa ragione l’eccessiva portata che si verifica con le intense piogge arriva ai depuratori e manda in tilt il sistema. Munire tutti gli impianti di disoleatore. Un sistema per la raccolta di oli e grassi che vengono trattenuti dal depuratore evitando che finiscano in mare. Verificare l’idoneità delle ditte. Eliminare i costi elettrici dall’importo del contratto di gestione, per evitare che i gestori, per risparmiare facciano funzionare l’impianto a ore alterne. Controllare l’attività degli auto spurgo, che soprattutto d’estate scaricano anche in impianti già al limite della saturazione, rendendo ancora più critica la loro capacità di depurazione.

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