In duemila contro la chiusura dell'ospedale di Praja

C'erano le istituzioni con la presenza di parlamentari come Franco Laratta, dell'assessore della Provincia di Cosenza Arturo Riccetti, tutti i sindaci e rappresentanti delle municipalità e degli enti sovracomunali del territorio interessato al servizio della struttura sanitaria praiese, da Tortora a Diamante sulla costa, da Aieta fino a Verbicaro sulle colline. C'erano le pro loco, le associazioni, le categorie del mondo del lavoro e il personale sanitario. Ma, soprattutto, c'erano i cittadini che chiedevano alla Regione Calabria di rivedere le scelte prese su questo presidio ospedaliero che nel marzo del 2012 diventerà casa della salute e non sarà  più ospedale per acuti. C'erano i cittadini del territorio che invocavano il diritto alla salute. A guidare il corteo, una autoambulanza carica di simboli e di altri striscioni come il richiamo all'articolo 32 e, sulla fiancata, una promessa, quasi una dichiarazione di intenti: "No ospedale, no voti" per ricordare ai politici di Catanzaro le promesse effettuate nella recente campagna elettorale. Dopo aver attraversato le principali arterie cittadine con tanto di fiaccole in mano a rappresentare la fiammella della speranza che sull'Alto Tirreno non vuole spegnersi, il serpentone umano è giunto nella centralissima Piazza Italia, luogo scelto per gli interventi dal palco.

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