Legambiente - Mare Monstrum 2009



L'Alto Tirreno Cosentino maglia nera


I risultati di Goletta verde 2009 per l'Alto Tirreno Cosentino: - L’aviosuperfice di Scalea (Cs) L’ennesima squallida speculazione edilizia, dunque, che si abbatte sulla costa tirrenica calabrese. Perché la costruzione non è stata prevista né dai piani di trasporto regionali, né da quelli provinciali, ma è andata avanti nonostante fosse in concorrenza con la realizzazione della metropolitana di superficie, che doveva spostare su ferrovia il grande traffico della statale 18, e nonostante il suo piano di impresa fosse stato bocciato dalla Commissione Nazionale che valutava i progetti locali in favore di quello della metropolitana. E, soprattutto, perché nemmeno il più folle degli imprenditori privati avrebbe piazzato un aeroporto in quella zona, al massimo si sarebbe limitato a realizzare un eliporto per gli ospiti vip degli alberghi della zona. I costi di costruzione (cofinanziati con cospicui fondi europei), quelli di gestione, quelli legati al rischio di esondazione (una piccola piena del fiume Lao distrusse il terrapieno e bloccò i cantieri durante i lavori) sono inarrivabili per i futuri guadagni dello scalo, nemmeno nella più rosea delle previsioni. - L’ecomostro di Fiuzzi a Praia a Mare - il capostipite (Cs) Avanti tutta: a rimettere in moto i cantieri dell’ecomostro di Fiuzzi ci ha pensato alla fine del 2007 la sentenza del giudice di Scalea. Condanne irrisorie per Antonino Praticò, allora capo ufficio tecnico, e Giovanni Argirò, ex sindaco di Praia a Mare, (sei mesi di interdizione dai pubblici uffici, pagamento delle spese processuali, sei mesi di reclusione e 200 euro di ammenda per turbativa d’asta) e assoluzione per Emilio Polillo, responsabile unico della Mediterranea Spa. 52 mila metri cubi di edifici su un’area Sic delle coste cosentine, a Fiuzzi, giusto di fronte all’isola di Dino. Una colata di cemento che ha sventrato uno dei tratti costieri più belli della Calabria. Si tratta di un hotel a cinque stelle con 700 posti letto, piscina, sala conferenze e tutti i comfort, per un valore stimato di 25 milioni di euro. Il primo stop ai lavori era arrivato con un provvedimento di sequestro disposto nel maggio del 2006 dal sostituto procuratore della Repubblica di Paola, Domenico Fiordalisi, a seguito di indagini avviate per appurare la regolarità degli atti che avevano dato inizio ai lavori del complesso turistico in riva al mare. Legambiente, rappresentata dall’avvocato Rodolfo Ambrosio, si è costituita parte civile. Lo stesso avevano fatto anche i Verdi Ambiente e Società (Vas), il Wwf e la Regione Calabria, decisi a contrastare questa iniziativa edilizia Tra sequestri e parziali dissequestri, il processo è andato avanti fino alla sentenza di Scalea. Una decisione che di fatto ha avallato l’accusa agli amministratori pubblici di aver favorito l’impresa nell’aggiudicazione della gara con mezzi impropri, ma che ha espresso condanne lievi agli imputati e non ha previsto alcun risarcimento alle Parti civili. Nei confronti della sentenza lo stesso Pm è ricorso in appello insieme a Legambiente. L’udienza è stata rinviata al 2010. - Ecomostro di Fiuzzi 2 (Cs) Guarda dall’alto l’ecomostro 1, in località Foresta di Praia, il secondo albergo con cui si tenta di trasformare definitivamente questo incantevole pezzo di costa tirrenica. Un’intera collina trasformata in hotel, una superficie di 45mila metri quadrati. La Procura della Repubblica di Paola, nell’ottobre del 2006 gli ha messo i sigilli, iscrivendo nel registro degli indagati l’amministratore unico della World Club Hotels, la proprietà dell’immobile, e il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Praia a Mare e già indagato per la vicenda dell’Ecomostro 1. Secondo il gip di Cosenza, il dipendente comunale inquisito avrebbe procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale alla società, stipulando una convenzione urbanistica con il successivo rilascio del permesso di costruire. La convenzione urbanistica sarebbe “viziata” perché si fonderebbe su elaborati tecnici incongruenti con il progetto di lottizzazione approvato. Le difformità maggiori riguarderebbero le dimensioni dell’edificato, ma sotto accusa c’è una serie di permessi rilasciati per realizzare opere in violazione al piano di lottizzazione. Piano a cui manca peraltro il parere ambientale della Regione Calabria e che contrasterebbe anche con il regolamento edilizio comunale, che in quell’area non prevede nessuna lottizzazione.

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